Nel paesaggio urbano contemporaneo, il progetto non nasce più nel vuoto, ma si innesta su tracce esistenti, su eredità fisiche e sociali. La rigenerazione urbana è oggi uno dei terreni più fertili per l’architettura e l’edilizia, ma anche uno dei più complessi.
Non si tratta semplicemente di recupero edilizio: è un processo sistemico, che coinvolge strategie urbanistiche, pratiche costruttive, normative tecniche e visione economica.
Dal nuovo alla trasformazione: il cambio di paradigma
L’Italia costruita oggi si muove oltre l’espansione edilizia: si addensa, si trasforma, si ottimizza.
Secondo l’ENEA, oltre il 70% del patrimonio edilizio nazionale ha più di 40 anni, e più della metà è energivoro. La rigenerazione urbana risponde a questa urgenza con interventi che non consumano suolo ma riattivano spazi e identità.
Il ruolo del progettista: interfaccia tra vincoli e visione
Per i professionisti, la rigenerazione urbana richiede una doppia competenza: progettuale e strategica. Il progettista non è più solo autore dello spazio, ma mediatore tra vincoli, normativa, budget, funzione e desideri collettivi. Dagli studi di fattibilità urbanistica agli interventi puntuali di retrofit energetico, ogni scelta ha impatti trasversali: sociali, ambientali, economici.
Le competenze richieste includono:
- gestione dei vincoli strutturali e paesaggistici,
- utilizzo di tecnologie digitali per progettazione e gestione,
- padronanza dei criteri ambientali e delle certificazioni (LEED, CAM, BREEAM).
Materiali, tecnologie e soluzioni per un cantiere sostenibile
La rigenerazione richiede scelte mirate: materiali leggeri, tecniche a secco, soluzioni prefabbricate, sistemi ad alte prestazioni energetiche.
In particolare, i Criteri Ambientali Minimi (CAM Edilizia) sono oggi obbligatori in tutti gli appalti pubblici, e rappresentano un riferimento anche per progetti privati attenti all’ambiente.
Aggiornamento europeo – Direttiva “Case Green” (EPBD)
Approvata nel marzo 2024, la direttiva europea EPBD introduce obiettivi vincolanti per il miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici:
- Dal 2030, tutti i nuovi edifici dovranno essere a zero emissioni,
- Entro il 2033, gli edifici residenziali esistenti dovranno raggiungere almeno la classe energetica D,
- Gli edifici pubblici e non residenziali avranno obiettivi anticipati al 2028.
Per progettisti e imprese, ciò significa che gli interventi di rigenerazione urbana devono già oggi anticipare questi standard, integrando materiali performanti, tecnologie di controllo energetico e impianti rinnovabili.
Clicca qui per rivedere i contenuti.
Nel nostro evento di marzo dedicato alla Direttiva “Case Green” abbiamo approfondito proprio questi temi, evidenziando le opportunità professionali e le ricadute operative sui cantieri del prossimo decennio. Clicca qui per saperne di più.
Opportunità economiche e strategiche
Il 2025 rappresenta un momento favorevole per la rigenerazione urbana grazie a numerosi strumenti attivi:
- PINQuA Programma Nazionale Qualità dell’Abitare – Interventi finanziabili per housing sociale, spazi pubblici e mix funzionale.
- Bonus edilizi (post 2024) – Nonostante il ridimensionamento, restano attivi bonus al 70% per condomìni e 65% per altri edifici, legati a riqualificazioni energetiche e strutturali;
- Fondi PNRR e bandi regionali – Numerosi Comuni stanno attivando progetti di rigenerazione urbana finanziati da fondi europei e nazionali, con opportunità anche per partnership pubblico-private.
Conclusione: progettare come atto responsabile
Rigenerare non è solo recuperare: è ripensare l’abitare, ridisegnare relazioni urbane, riconnettere identità e funzioni. Nel costruito si nascondono opportunità inespresse, che solo un progetto consapevole può far emergere.
- Il dato sul 70% del patrimonio edilizio italiano con più di 40 anni proviene da studi ENEA sullo stato del costruito e sull’obsolescenza energetica degli edifici (fonte: enea.it).
- La Direttiva europea EPBD (Recast 2024), nota anche come “Case Green”, è stata approvata in via definitiva dal Parlamento Europeo il 12 marzo 2024. Prevede edifici a zero emissioni entro il 2030 e l’obbligo della classe energetica D per gli edifici residenziali entro il 2033.
- Il nuovo Codice dei Contratti Pubblici (D.Lgs. 36/2023) introduce l’obbligo del BIM per tutte le opere pubbliche sopra i 5,2 milioni di euro a partire dal 1° gennaio 2025.
- I Criteri Ambientali Minimi (CAM Edilizia), aggiornati con D.M. 23 giugno 2022, sono obbligatori per tutti gli appalti pubblici. Richiedono l’uso di materiali riciclati e a basso impatto ambientale.
- Il Programma PINQuA, promosso dal MIT e finanziato anche tramite fondi PNRR, sostiene interventi di rigenerazione urbana volti a migliorare la qualità dell’abitare, con particolare attenzione all’inclusione sociale e alla sostenibilità.
- Le Leggi regionali sulla rigenerazione urbana, tra cui la L.R. 24/2017 (Emilia-Romagna) e la L.R. 18/2019 (Lombardia), indirizzano i Comuni a privilegiare il recupero del costruito e il contenimento del consumo di suolo nei nuovi strumenti urbanistici.
- I bonus edilizi post-2024 includono detrazioni fiscali al 70% per i condomìni e al 65% per altri edifici, secondo quanto stabilito dalla Legge di Bilancio 2025 e dalle ultime indicazioni dell’Agenzia delle Entrate.
Redazione Team Promitex