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Economia Circolare nel settore tessile: strategie e iniziative di riciclo

25 Giugno 2024

L’architettura, come la moda, plasma il nostro mondo e riflette le nostre aspirazioni. Entrambe le discipline hanno il potere di ispirare e influenzare il nostro modo di vivere e interagire con l’ambiente. Oggi, più che mai, siamo chiamati a ripensare il nostro rapporto con le risorse disponibili e a cercare soluzioni creative per un futuro più sostenibile e nel settore tessile, questo approccio può essere particolarmente rilevante, data l’enorme quantità di rifiuti generati ogni anno e l’impatto ambientale significativo associato alla produzione, all’uso e “consumo” di capi di abbigliamento. 

In Italia, si stima che ogni anno vengano buttati circa 11 kg di tessuti per persona, con l’80-90% di questi materiali che finiscono in discarica. Il settore tessile contribuisce al 10% delle emissioni globali di CO2, e il consumo di risorse idriche per la produzione di fibre tessili rappresenta il 20% dell’inquinamento delle acque potabili. Inoltre, il 35% delle microplastiche, il 6% dei pesticidi e il 16% degli insetticidi sono attribuiti alla coltivazione del cotone. Il 40% dei capi di fast fashion rimane invenduto, aggravando ulteriormente l’impatto ambientale1.

1 Fonti: Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) 2020 e Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), 2022

Modello di consumo lineare vs economia circolare

Il modello di consumo lineare, promosso dalla fast fashion, incoraggia la produzione di massa di capi a basso costo e bassa qualità, che porta a un consumo rapido e allo scarto precoce dei vestiti. Questo modello aumenta la quantità di rifiuti tessili e rende difficile la transizione verso un’economia circolare.

Strategie e Soluzioni:
Investire in nuove tecnologie di riciclo tessile è fondamentale per migliorare la qualità delle fibre riciclate e rendere il processo più efficiente. Il riciclo chimico, ad esempio, permette di recuperare le fibre senza comprometterne la qualità, offrendo una soluzione promettente per il futuro. La progettazione di capi d’abbigliamento con materiali mono-fibra o facilmente separabili, e l’utilizzo di tinture e finiture ecologiche, può facilitare il riciclo dei tessuti. Il design circolare mira a creare prodotti che siano facili da “smontare” e riciclare, riducendo al minimo gli sprechi. Implementare sistemi di raccolta differenziata dei tessuti e creare incentivi per il loro riutilizzo e riciclo è essenziale per ridurre i rifiuti tessili. La raccolta differenziata permette di separare i tessuti dagli altri rifiuti, facilitando il loro riciclo. L’introduzione di etichette informative sui capi d’abbigliamento, che indichino la composizione delle fibre e le modalità di riciclo, può aiutare i consumatori a smaltire correttamente i loro vestiti e promuovere il riciclo. Campagne di sensibilizzazione mirate per educare i consumatori sull’importanza del riciclo dei tessuti e promuovere comportamenti di consumo più sostenibili possono contribuire significativamente alla transizione verso un’economia circolare. L’introduzione di normative che incentivino il riciclo tessile e disincentivino lo smaltimento in discarica può accelerare la transizione verso un modello di produzione e consumo più sostenibile.

Esempi di successo

Possiamo trarre ispirazione da esempi virtuosi come FabBRICK, che trasforma vecchi vestiti in mattoni ecologici. Ogni mattone contiene l’equivalente di due magliette. La produzione parte dalla materia prima già triturata, impastata con una colla non inquinante e compressa in uno stampo. I mattoni offrono isolamento acustico e termico e possono essere impilati con una quantità ridotta di cemento. L’azienda ha trasformato 12 tonnellate di tessuti in oltre 40.000 mattoni, dimostrando come i rifiuti tessili possano essere utilizzati per creare materiali da costruzione sostenibili. In Cile Franklin Zepeda ha fondato 3coFiber, che trasforma i rifiuti tessili in pannelli isolanti per l’edilizia sociale. La sua invenzione affronta due problemi: la mancanza di alloggi confortevoli e le montagne di vestiti usati che inquinano il deserto di Atacama. I pannelli isolanti migliorano le condizioni abitative nella regione, riducendo al contempo i rifiuti tessili. Queste iniziative dimostrano pienamente come il riciclo dei tessuti possa avere un impatto positivo sia sull’ambiente che sulla qualità della vita delle persone. dando nuova vita ai materiali e creando valore aggiunto da risorse impattanti per l’ambiente.

Iniziative in Italia

Anche in Italia vi sono esempi di successo da cui trarre spunto ed ispirazione. Aziende come Rifò, che producono abbigliamento utilizzando fibre riciclate da vecchi capi o progetti come Retex Green, che mirano a creare una filiera nazionale del riciclo tessile, stanno aprendo la strada verso un futuro più sostenibile. 

Altre Buone Pratiche:
L’azienda Patagonia è nota per il suo programma di riparazione e riciclo dei propri prodotti. L’azienda incoraggia i clienti a riparare i loro capi invece di buttarli via, promuovendo un consumo più sostenibile. Orange Fiber produce tessuti sostenibili a partire dagli scarti delle arance, promuovendo l’innovazione e la riduzione degli sprechi. Wråd crea abbigliamento utilizzando materiali riciclati e promuove la cultura del riuso attraverso iniziative educative. Cikis realizza borse e accessori utilizzando tessuti di recupero, promuovendo la creatività e la sostenibilità.

L’importanza di un approccio sistemico

La transizione verso un’economia circolare nel tessile richiede un impegno collettivo. Produttori, distributori, consumatori e istituzioni devono collaborare per creare un sistema in cui i tessuti siano visti come risorse preziose da valorizzare, non come rifiuti da accumulare in discarica. L’economia circolare nel settore tessile è ancora in fase di sviluppo, ma il suo potenziale è enorme. Attraverso l’innovazione, la collaborazione e la sensibilizzazione, che parta dalla produzione delle materie prime, da fonte naturale o di sintesi, ed arrivi fino al consumatore finale, è possibile trasformare l’industria della moda in un modello sostenibile che rispetti l’ambiente, le risorse e le persone.  Le strategie chiave includono lo sviluppo di tecnologie di riciclo avanzate, la creazione di reti collaborative tra i vari attori della filiera, l’educazione dei consumatori sui benefici dell’economia circolare e l’implementazione di politiche di sostegno a livello istituzionale. L’economia circolare nel settore tessile rappresenta dunque un’opportunità unica per ridurre l’impatto ambientale dell’industria della moda e promuovere un uso più efficiente delle risorse. Attraverso l’innovazione, la collaborazione e la sensibilizzazione, è possibile trasformare l’attuale modello di produzione e consumo in uno più sostenibile. Le iniziative esistenti in Italia e nel mondo dimostrano che il cambiamento è possibile e che ogni contributo, grande o piccolo, può fare la differenza.

Sitografia 

Ellen MacArthur Foundation: “A New Textiles Economy: Redesigning Fashion’s Future” (2017). 

Global Fashion Agenda: “Pulse of the Fashion Industry” (2023). 

WRAP: “Valuing Our Clothes: The Cost of UK Fashion” (2017).

Orange Fiber

Wråd

Cikis

The impact of a cotton t-shirt

Autore Alberto Forte